Cos’è?  

L’esofago è organo a forma di tubo che porta  gli alimenti e i liquidi che ingeriamo dalla gola allo stomaco.

Lungo circa 30  centimetri e largo 2-3 centimetri, l’esofago ha pareti foderate di tessuto mucoso e circondate esternamente da muscoli che, contraendosi all’atto della deglutizione, spingono il cibo verso il basso in direzione dello stomaco. Una valvola, il cardias, lo divide dallo stomaco ed impedisce a cibo e succhi gastrici di risalire. La mucosa che lo riveste è ricca di ghiandole produttrici di muco, che ha la funzione di lubrificare le pareti facilitando il transito del cibo deglutito.

Le malattie benigne dell’esofago 

Le malattie benigne dell’esofago sono determinate da alterazione della motilità della muscolatura dell’organo con mancata chiusura dello sfintere esofageo inferiore e risalita di succhi gastrici ed irritazione esofagea (esofagite distale), o incoordinazione della contrazione con mancata apertura dello stesso sfintere esofageo inferiore (acalasia).

Il reflusso gastroesofageo è spesso legato ad un’eria jatale cioè alla risalita di una porzione dello stomaco in torace attraverso il diaframma. Questa situazione impedisce allo sfintere esofageo di chiudersi e il contenuto gastrico risale in esofago irritandolo. I sintomi sono alitosi, dolore e bruciore retrosternale, senso di secchezza in gola, tosse secca stizzosa, tachicardie ed extrasistoli. La diagnosi è semplice e si effettua con una esofago-gastro-duodenoscopia (EGDS) e nella grande maggioranza dei casi la terapia è medica. Nei casi più gravi può rendersi necessario un intervento chirurgico (laparoscopico) che riporti lo stomaco in addome e confezioni una nuova valvola ad impedire il reflusso.

Nel caso più raro della acalasia invece l’onda di contrazione della muscolatura esofagea avviene in maniera scoordinata e lo Sfintere esofageo Inferiore non si apre determinando il ristagno di cibo in esofago. I sintomi sono disfagia (difficoltà a far passare il cibo), vomito, alitosi e dimagrimento. Anche in questo caso la EGDS è diagnostica e spesso è necessario un intervento chirurgico (laparoscopico) durante il quale viene sezionato lo sfintere esofageo inferiore che non si apre e confezionata una nuova valvola.

Tumori esofagei

Il tumore dell’esofago è una malattia poco diffusa in Italia (0,8-4,9 casi per 100.000 abitanti ) ma con un’elevata mortalità perchè diagnosticato spesso in ritardo.
Si pensa che uno stato di infiammazione cronica delle pareti interne dell’esofago possa contribuire a sviluppare il tumore e i principali fattori che determinano infiammazione sono abuso di alcool, fumo, malattia da reflusso, obesità.

Quasi sempre i sintomi iniziali del tumore dell’esofago sono la la disfagia (difficoltà a deglutire) prima per i cibi solidi e poi per i liquidi con perdita progressiva di peso. Questi sintomi sono riferiti dal 90% dei pazienti. La diagnosi si basa su una EGDS e la stadiazione della malattia si avvale di una serie di esami come TAC ecoendoscopia.

COME SI CURA?

Il trattamento standard più diffuso è l’esofagectomia cioè l’asportazione dell’esofago e la sua sostituzione con lo stomaco. Assieme all’organo devono essere asportati anche tutti i linfonodi che sono collegati. Questo intervento che prevede una parte addominale ed una parte toracica può essere eseguito in chirurgia tradizionale o in mininvasiva con tempi più rapidi di ripresa del paziente.
Non sempre è possibile sottoporre subito il paziente ad intervento chirurgico ma nelle forme più avanzate il paziente va indirizzato ad una terapia oncologica che si avvale della radio e della chemioterapia per ridurre la malattia fino a portarla ad essere operata.